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L'arte dello smalto
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  depoli@dei.unipd.it

  L’ARTE DI DE POLI   -   testo di Guido Perocco, direttore delle Gallerie di Arte Moderna  Ca' Pesaro di Venezia

Ma che cosa non ha raggiunto in questo continuo tentativo di superamento, quali forme non ha modellato, quali effetti nuovi ed impensati non ha raggiunto nella gamma iridescente del colori?

Paolo De Poli ha iniziato nei lavori a sbalzo su metallo in rame ed argento nel 1921. Poi si é dedicato per anni alla pittura ed ha partecipato alla Biennale di Venezia come pittore; infine, dal 1934, si e impegnato nell’arte dello smalto su ra­me con una dedizione esclusiva. 

Nel sottofondo di questa passione c’ é un legame segreto che Io avvicina ad un altro grande artista veneto della nostra epoca, forse il maggiore delle ultime generazioni, Arturo Martini, innamorato da par suo della ceramica. Martini non piaceva l’estro inventivo con i risultati raggiunti: finita un’opera tornava in crisi per approdare ad una nuova idea che potesse superare le stesse leggi dell’ arte plastica. Paolo De Poli gli assomiglia per il gusto del rischio, il tentativo di andare più in là, il rimando a qualcosa che resta nascosto nella materia ed attende di essere scoperto. 

Un semplice oggetto in rame, se smaltato, acquista uno splendore imprevisto dopo Ia fusione della materia vitrea, la sua trasformazione è tanto più incantevole, in quanto conserva intatta la natura stessa del metallo, come il fondo lucido e dorato del rame. All’inizio si ê sorpresi dalla meraviglia tra quello che sa compiere l’opera dell’uomo e quello che invece rivela quasi misteriosamente la natura. Una ciotola dalle forme lineari diventa qualcosa d’altro, un frammento prezioso di una valva marina o di un banco di corallo: la fantasia dove sempre essere tesa nello scoprire questi nuovi valori estetici che danno vita alle forme, realizzate con la pazienza, l’umiltà e l’insistenza di chi ama fino al fanatismo il proprio lavoro.  

De Poli ha le doti di un antico maestro: una pazienza forte come una fede. Ha iniziato la sua attività con smalti su targhette metalliche, rese preziose mediante l’accostamento di alcuni toni pittorici; poi è passato dalle ciotole più semplici ai vasi più impegnativi, ai piatti, alle vaschette, scatole, piccoli quadri, grandi decorazioni murali, mobili con superfici istoriate, caminetti, pezzi unici per collezionisti, animali e grandi opere a tutto tondo. 

L’arte dello sbalzo, specie se a forte rilievo, ha permesso talvolta di raggiungere nuovi effetti mai prima tentati, inserendo spessori diversi per ottenere alcune tonalità più splendide e lucide. 

Lo smalto di De Poli tende all’unità di concezione nella varietà delle forme: cosi l’artista ha cercato di modulare da alcune forme semplici gruppi di oggetti ideati secondo lo stesso principio informatore. Dalla linea di un vaso è riuscito a ritmare quella di un piatto, poi quella di una ciotola, di una coppa o di una bottiglia. Altre creazioni nella vitrea preziosità della materia arrivano perfino al capriccio, e, fantasia per fantasia, le forme si accostano ai suggerimenti più impensati della natura: dalle ali iridescenti delle libellule, alle superfici traslucide della madreperla, alla tattile fragilità delle foglie secche. 

II fuoco compie la sua parte nell’ opera quasi magica della fusione, quando la ma­teria passa dallo stato fluido a quello cristallino assumendo contemporaneamente la diafana lucentezza del corallo e le tonde penombre delle pietre dure. Non pos­siamo negare che l’artista non .resti allucinato dalla bellezza della materia e della sua metamorfosi. Importante è dominarla al momento giusto, prevedendo ogni effetto con calcolata modernità di stile, regolando le stesure delle superfici, la modulazione delle linee, il taglio della composizione, la plasticità delle forme, per ottenere alcune opere d’arte che conservano un fascino inconfondibile.

Paolo De Poli e’ il più noto artista italiano nell’ arte dello smalto. Facciamo questa affermazione tout court, senza premettere i titoli ufficiali ad un giudizio cosi’ im­pegnativo, ma, per amore di statistica, e bene ricordarli: quattordici partecipazioni alla Biennale di Venezia, un Gran Premio e tre medaglie d’oro alla Triennale di Milano, una grande mostra personale al Museum of Contemporary Crafts di New York, una serie di esposizioni in vari musei americani e nei maggiori centri europei.

Questi successi, come spesso avviene, non hanno intaccato I’ artista, perché De Poli ha conservata intatta la passione per il suo lavoro come un apprendista sem­pre inappagato, con una freschezza ed un’ansia giovanile di superamento proprie di chi sa rinnovarsi giorno per giorno. E il suo segreto. Egli annovera una larghissima esperienza tecnica, e sa metterla in gioco volta per volta per raggiungere quella purezza di forma e di colore che come un mito persegue per tutta la vita.