Sviluppo di controllori digitali integrati per l’alimentazione della futura generazione di microprocessori.

- introduzione -

 

Lo sviluppo di sistemi di alimentazione per microprocessori della futura generazione, che assicurino buone prestazioni dinamiche, elevati rendimenti e bassi costi, sta diventando uno dei più stimolanti problemi da risolvere nell’ambito dell’elettronica di potenza con molteplici risvolti scientifici ed industriali. Infatti, con l’aumento della frequenza del clock dei microprocessori al di sopra del GHz è stata necessaria una notevole diminuzione della tensione di alimentazione al fine di limitare la dissipazione di potenza. Attualmente la tensione di alimentazione è di circa 1.5V e si ridurrà negli anni futuri. Per questi livelli di tensione, la deviazione della tensione di uscita rispetto al valore nominale deve essere limitata, anche in condizioni transitorie, a valori molto piccoli, attualmente sull’ordine dei 100mV. Per completare la panoramica sulle specifiche richieste al sistema di alimentazione, si deve tener conto che il progredire dei livelli di integrazione ha portato ad elevatissimo assorbimento di corrente che attualmente è dell’ordine dei 50A per i nuovi Pentium, ma aumenterà notevolmente per le future generazioni di microprocessori. Infatti, è previsto che entro il 2005 le tensioni si abbassino fino ad 0.9V-1.2V, con frequenze di clock dell’ordine dei 3.5 GHz e con assorbimenti di potenza dell’ordine dei 160W, ovvero assorbimenti di corrente dell’ordine dei 130A  [1]. E’ infine da menzionare l’esistenza di veloci variazioni di carico (attualmente dell’ordine dei 50A/microsec, ma arriveranno a 350 A/microsec nelle future generazioni), corrispondenti a improvvise variazioni di stato del microprocessore, quale ad esempio l’uscita dal funzionamento “sleep-mode”, che impongono delle severissime specifiche dinamiche al controllo del sistema di alimentazione. A queste specifiche statiche e dinamiche, si aggiungono una serie di funzioni accessorie come, ad esempio, la variazione della tensione nominale di alimentazione in funzione del livello di utilizzo del microprocessore al fine di minimizzare l’energia dissipata nelle applicazioni portatili.

 

In questa panoramica è evidente che i sistemi di alimentazione per microprocessori, usualmente denominati Voltage Regulator Modules (VRM), hanno delle specifiche senza precedenti, il cui soddisfacimento ha richiesto un notevole sforzo tecnico e scientifico, partendo dallo sviluppo di topologie e di tecniche di controllo adatte all’applicazione arrivando fino a studi per l’integrazioni di parti magnetiche ed all’ottimizazione del layout e del packaging. Molti aspetti che riguardano le topologie, le tecniche di controllo analogiche, le ottimizzazioni del layout sono stati affrontati principalmente negli ultimi due-tre anni in numerose pubblicazioni ed alcuni esempi sono riportati in [2-23] . La ricerca, invece, nella realizzazione di soluzioni di controllori digitali sembra ancora un campo poco esplorato, ma allo stesso tempo estremamente interessante e stimolante sia da un punto di vista scientifico che industriale.

 

I vantaggi che una realizzazione di controllo digitale per VRM potenzialmente fornisce rispetto alle attuali soluzioni analogiche sono molteplici. In primo luogo, il controllo digitale permette una maggiore immunità alle variazioni parametriche ed al rumore, la possibilità di incorporare nello stesso sistema funzioni di interfacciamento con altre strutture digitali e funzioni di autotaratura e di diagnostica del sistema stesso. A questo si aggiunge ovviamente la possibilità di utilizzare particolari algoritmi di controllo, i cui parametri possono essere riprogrammati via software, con sofisticate gestioni per limitare le escursioni di transitori e/o in generale la possibilità di utilizzare tecniche non-lineari di controllo. Infine, nei sistemi di alimentazione per microprocessori, la realizzazione di controlli digitali permette la generazione di impulsi di comando molto precisi e potrebbe consentire l’ottenimento di una uguale suddivisone delle correnti nei convertitori in parallelo senza dover utilizzare un controllo di corrente per ciascun convertitore.

Da un punto di vista della realizzazione del circuito integrato, la soluzione digitale comporta notevoli vantaggi sia da un punto di vista del progetto, sia da un punto di vista della potenza dissipata dal circuito di controllo stesso. Da un punto di vista del progetto, la realizzazione di strutture digitali, anche se complesse, può essere svolta in tempi (e quindi costi) estremamente ridotti grazie alla maggiore conoscenza di progettazione digitale e soprattutto grazie alla presenza di CAD automatici di sviluppo (quale ad esempio Cadence) che a partire da descrizione del controllo con linguaggio ad alto livello (quale ad esempio il VHDL) permette una notevole assistenza alla sintesi del layout del circuito. Inoltre, le strutture digitali, contrariamente a quelle analogiche, sono direttamente scalabili in presenza di miglioramenti tecnologici dei livelli di integrazione e quindi facilmente aggiornabili per i futuri livelli di integrazione. Da un punto di vista del consumo, un controllore digitale, dissipando meno di una soluzione analogica, sarebbe una alternativa estremamente interessante per le applicazioni portatili, soprattutto se si tiene conto che attualmente la potenza dissipata dal circuito di controllo è una parte non trascurabile della potenza totale del sistema di alimentazione specialmente durante il funzionamento “sleep-mode”.

 

In conclusione, la letteratura attualmente esistente sulla regolazione digitale di convertitori cc/cc in generale mostra come vi siano una serie di interessantissime problematiche da risolvere, soprattutto nel caso di alimentazione dei microprocessori delle future generazioni. Tali problematiche riguardano sia la realizzazione di tecniche non convenzionali di controllo (quali ad esempio quelle predittive, quelle ad isteresi digitale, quelle basate su stima della corrente di carico, etcc..), sia la possibilità di sviluppare tecniche di tipo voltage-mode con opportune non-linearità per il miglioramento della risposta dinamica. Le prestazioni ottenibili in presenza di un basso numero di bit del campionatore e del modulatore a PWM, oltre che all’utilizzo di una aritmetica semplice e con basso numero di bit sono altri aspetti interessanti da investigare. Inoltre, pensando ad una realizzazione integrata è possibile svolgere una serie di operazioni non sequenziali, contrariamente alla normale programmazione di controlli real-time per microcontrollori e DSP, aprendo la porta a particolari gestioni per i transitori e/o per protezioni e diagnostica. A tutte queste fondamentali problematiche di sistema, si associano una serie di problematiche relative all’integrazione diretta nel silicio, sia per la valutazione della struttura di controllo più adeguata, sia per lo studio delle periferiche del controllo stesso.

 

Riferimenti bibliografici

 

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