LO SMALTO: TECNICHE E STORIA. Testo
di Pier Luigi Fantelli. (quarta parte)
Dalla scuola
limosina deriva in parte quella spagnola; ma anche l'inglese e in Italia
quella fiorentina: per tutto il XIII secolo infatti opere limosine sono
importate nei vari centri artistici italiani. Con l'affermarsi del gusto
gotico, sempre in Francia nel XIV secolo un'altra città diviene centro di
produzione di smalti, Parigi. La tecnica qui impiegata era quella dello
smalto traslucido, chiamato <émail damasquiné>> nei documenti
dell'epoca e quindi più correntemente c
', in quanto unito alba tecnica in cloisonné. Fu famoso ai suoi giorni
Guillaume Julien, autore del reliquiario di San Luigi per il re Filippo il
Bello, conservato nella Sainte Chapelle. Non mancavano comunque oggetti
d'uso, per l 'abbigliamento, per l'ornamento. Comincia anche la smaltatura
d'oggetti a tutto tondo (<
), come statuette: ne troviamo a Parigi, in Boemia, in Borgogna, in
Renania e nei Paesi Bassi. Si producono anche reliquiari a forma d'altaroli
portatili, ricordati da inventari dei beni di Carlo V, del Duca d'Angiò,
del Duca du Berry e di Jeanne d'Evreux. Il reliquiario della Spirito Santo
al Louvre di Parigi presenta l'immagine di Carlo VI ed otto statuette in
smalto che attorniano la Vergine e la SS. Trinità. Un'altra tecnica
impiegata dagli orafi parigini era quella chiamata
' il disegno si ricavava dalla bacchetta di metallo incidendola col
bulino, e quindi coprendola con smalto traslucido in modo che il disegno
trasparisse al di sotto. Questa tecnica arrivò a Parigi attraverso
Avignone, ove per il soggiorno del Papa erano giunti orafi senesi, i più
importanti forse nell'Italia del XII secolo. Da Siena infatti si esportano
smalti in Umbria, in Italia Meridionale, in Spagna, in Inghilterra e in
Francia. Famoso fu Ugolino di Vieni, autore con la bottega del reliquiario
della Cattedrale di Orvieto, del 1338. La scuola senese abbraccia tutto il
periodo tardo gotico e s'inoltra nel Rinascimento con una produzione per
il culto, per l'arredamento e per l'abbigliamento. Verso la metà del
Quattrocento si afferma lo smalto dipinto.
LO SMALTO DIPINTO. Per la sua caratteristica
appunto pittorica, lo smalto dipinto si avvale di modelli ed iconografia
della pittura, attraverso anche stampe e disegni. In genere fino al
Cinquecento il disegno viene tracciato a pennello sulla base <'fondante>>
di smalto bianco, con nero di bistro. Su questa falsariga si applicava
quindi a spatola lo smalto colorato: l'effetto dopo cottura era quasi di
un disegno a penna. In seguito il disegno sarà data su base incolore,
rialzandolo con oro. A Limoges la tecnica della smalto dipinta sarà
presto adottata: una
opera di uno smaltatore della famiglia del Penicaud, Nardon, sarà
terminata il agosto del 1503 (oggi Cluny, Museo). Prima di questa
produzione è segnalata quella delle botteghe di <
', come viene segnato in un trittico ora a Cincinnati (USA); e di una
bottega che realizzò il trittico del Museo di Orléans. Degli inizi del
secolo (post 1502) e anche II cosi detto <
, dalla serie di opere in smalto ispirate alle incisioni di S. Brandt
pubblicate appunto nel 1502 a Strasburgo; mentre alla metà inizia la
diffusione della
. In Italia net corso del XVI secolo sarà soprattutto la manifattura
fiorentina, legata ai Medici, a produrne smalti: lo testimoniano gli
oggetti conservati al Museo degli argenti di Firenze, che precedono
l'affermarsi del più famoso orafo smaltatore italiano, Benvenuto Cellini.
Fino a qualche tempo fa gli era attribuita la famosa <
' per Francesco I, al Museo di Vienna. Importante anche la scuola
veneziana, laddove anche in Lombardia erano ottimi artefici, ricordati
dallo stesso Cellini. Net XVII secolo lo smalto è una tecnica
diffusissima in tutta Europa, sia per oggetti di culto che personali o per
casa. Si preferisce la pittura su smalto, alla pittura in smalto, come
d'altronde succede per la ceramica. Nel XVIII secolo quindi lo smalto
diviene un importante elemento per la decorazione di piccoli oggetti,
orologi, tabacchiere, bracciali ecc., continuando per parte dell'Ottocento
ma sempre più diminuendo d'importanza, fino a scomparire quasi del tutto
net nostro secolo. Merito di De Poli sarà quello di riscoprire e
rivalutare la tecnica a smalto riportandola all'importanza, come fatta
artigianale e artistico, che aveva un tempo.