Lo smalto: tecnica e storia 4

Home
Profilo biografico
Testimonianze
Opere
L'arte dello smalto
Itinerario a Padova
Bibliografia

 


  Via San Pietro 43
  35100 Padova
  tel. 049 8751117
  depoli@dei.unipd.it

LO SMALTO: TECNICHE E STORIA. Testo di Pier Luigi Fantelli. (quarta parte)

Dalla scuola limosina deriva in parte quella spagnola; ma anche l'inglese e in Italia quella fiorentina: per tutto il XIII secolo infatti opere limosine sono importate nei vari centri artistici italiani. Con l'affermarsi del gusto gotico, sempre in Francia nel XIV secolo un'altra città diviene centro di produzione di smalti, Parigi. La tecnica qui impiegata era quella dello smalto traslucido, chiamato <émail damasquiné>> nei documenti dell'epoca e quindi più correntemente c ', in quanto unito alba tecnica in cloisonné. Fu famoso ai suoi giorni Guillaume Julien, autore del reliquiario di San Luigi per il re Filippo il Bello, conservato nella Sainte Chapelle. Non mancavano comunque oggetti d'uso, per l 'abbigliamento, per l'ornamento. Comincia anche la smaltatura d'oggetti a tutto tondo (< ), come statuette: ne troviamo a Parigi, in Boemia, in Borgogna, in Renania e nei Paesi Bassi. Si producono anche reliquiari a forma d'altaroli portatili, ricordati da inventari dei beni di Carlo V, del Duca d'Angiò, del Duca du Berry e di Jeanne d'Evreux. Il reliquiario della Spirito Santo al Louvre di Parigi presenta l'immagine di Carlo VI ed otto statuette in smalto che attorniano la Vergine e la SS. Trinità. Un'altra tecnica impiegata dagli orafi parigini era quella chiamata ' il disegno si ricavava dalla bacchetta di metallo incidendola col bulino, e quindi coprendola con smalto traslucido in modo che il disegno trasparisse al di sotto. Questa tecnica arrivò a Parigi attraverso Avignone, ove per il soggiorno del Papa erano giunti orafi senesi, i più importanti forse nell'Italia del XII secolo. Da Siena infatti si esportano smalti in Umbria, in Italia Meridionale, in Spagna, in Inghilterra e in Francia. Famoso fu Ugolino di Vieni, autore con la bottega del reliquiario della Cattedrale di Orvieto, del 1338. La scuola senese abbraccia tutto il periodo tardo gotico e s'inoltra nel Rinascimento con una produzione per il culto, per l'arredamento e per l'abbigliamento. Verso la metà del Quattrocento si afferma lo smalto dipinto. 

LO SMALTO DIPINTO. Per la sua caratteristica appunto pittorica, lo smalto dipinto si avvale di modelli ed iconografia della pittura, attraverso anche stampe e disegni. In genere fino al Cinquecento il disegno viene tracciato a pennello sulla base <'fondante>> di smalto bianco, con nero di bistro. Su questa falsariga si applicava quindi a spatola lo smalto colorato: l'effetto dopo cottura era quasi di un disegno a penna. In seguito il disegno sarà data su base incolore, rialzandolo con oro. A Limoges la tecnica della smalto dipinta sarà presto adottata: una opera di uno smaltatore della famiglia del Penicaud, Nardon, sarà terminata il agosto del 1503 (oggi Cluny, Museo). Prima di questa produzione è segnalata quella delle botteghe di < ', come viene segnato in un trittico ora a Cincinnati (USA); e di una bottega che realizzò il trittico del Museo di Orléans. Degli inizi del secolo (post 1502) e anche II cosi detto < , dalla serie di opere in smalto ispirate alle incisioni di S. Brandt pubblicate appunto nel 1502 a Strasburgo; mentre alla metà inizia la diffusione della . In Italia net corso del XVI secolo sarà soprattutto la manifattura fiorentina, legata ai Medici, a produrne smalti: lo testimoniano gli oggetti conservati al Museo degli argenti di Firenze, che precedono l'affermarsi del più famoso orafo smaltatore italiano, Benvenuto Cellini. Fino a qualche tempo fa gli era attribuita la famosa < ' per Francesco I, al Museo di Vienna. Importante anche la scuola veneziana, laddove anche in Lombardia erano ottimi artefici, ricordati dallo stesso Cellini. Net XVII secolo lo smalto è una tecnica diffusissima in tutta Europa, sia per oggetti di culto che personali o per casa. Si preferisce la pittura su smalto, alla pittura in smalto, come d'altronde succede per la ceramica. Nel XVIII secolo quindi lo smalto diviene un importante elemento per la decorazione di piccoli oggetti, orologi, tabacchiere, bracciali ecc., continuando per parte dell'Ottocento ma sempre più diminuendo d'importanza, fino a scomparire quasi del tutto net nostro secolo. Merito di De Poli sarà quello di riscoprire e rivalutare la tecnica a smalto riportandola all'importanza, come fatta artigianale e artistico, che aveva un tempo.